Gestione dei rifiuti agricoli: ecco cosa dice la legge

Negli ultimi anni si è compreso come il settore agricolo possa essere in molteplici casi dannoso per l’ambiente se non correttamente gestito ed è per questo motivo che è importante conoscere le leggi che tutelano la salute nostra e dell’ambiente.
Come forse sai già, enti ed imprese sono obbligati a presentare annualmente il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale in cui vanno indicati la quantità e la tipologia di rifiuti che sono stati prodotti oppure prodotti e gestiti durante l’anno precedente.
Se la tua impresa fa parte di quelle obbligate alla sua compilazione clicca qui per ottenere informazioni e svolgere correttamente il tuo ruolo all’interno della società.

 

Film plastico: ecco di cosa si tratta

I film agricoli plastici sono da anni un alleato fondamentale per l’agricoltura per via delle sue molteplici applicazioni: per effettuare la pacciamatura, in serra, nell’insilamento; comportando la sua diffusione a livello mondiale.
La loro plasticità di utilizzo e la loro diffusione, oltre che l’incremento economico successivo alla loro utilizzazione, non permettono di rinunciarvi e quindi l’alternativa non può che essere quella di regolamentarne il corretto smaltimento.
Come è facile capire, viene utilizzata un’ampia gamma di film plastici in agricoltura protetta e di conseguenza un numero rilevante di materiali tra cui ricordiamo sicuramente il Polietilene e il Polipropilene.
Si tratta di materiali che non possono e non devono essere sottovalutati perché appartenenti alla classe dei rifiuti speciali non pericolosi, per cui non possono essere semplicemente accatastati e bruciati come a volte, purtroppo accade, ma vanno dichiarati e smaltiti attraverso i giusti canali.

 

Film biodegradabili: tra sviluppo e sostenibilità

Se da un lato la necessità dello smaltimento di questi materiali è necessario, dall’altra gli studiosi ci propongono nuove soluzioni che risultano essere sostenibili ed ugualmente efficaci.
Tra queste non possiamo non far riferimento ai nuovi film biodegradabili, costituiti da materiali provenienti da fonti vegetali e caratterizzati da una struttura chimica tale che ne permette l’interramento e la decomposizione da parte dei microrganismi.
Naturalmente occorre che vengano correttamente descritte le caratteristiche del materiale utilizzato e quindi le tempistiche di degradazione (soprattutto perché le colture hanno cicli produttivi diversi) e il livello di biodegradabilità, in maniera tale da comprendere se il materiale sia anche compostabile.
Naturalmente, per essere compostabile, le norme regolamentano anche la qualità del compost che non deve in alcun modo avere effetti tossici sulle piante.
Le soluzioni sono molteplici ambo le direzioni: va bene mantenere i film plastici tradizionali, ma occorre impegnarsi nella loro gestione.